Elettrosmog ad alta frequenza
L'elettromagnetismo prodotto tramite alte frequenze è uno dei principali argomenti di discussione dei nostri anni, in particolare per la telefonia mobile. La vendita del telefono cellulare come bene di largo consumo e la sua grande diffusione tra la popolazione (circa il 95% delle persone possiede un telefonino) ha imposto la costruzione di antenne e ripetitori su tutto il territorio nazionale per garantire una max. copertura del servizio di telefonia mobile. Quindi, se da un lato il telefono cellullare ha consentito un balzo in avanti alle comunicazioni del terzo millennio ed alle relazioni umane, dall'altro ha inevitabilmente causato l'insorgere di dubbi sull'impatto ambientale e sulla salute pubblica.
E' stata analizzata la possibilità che l'uso dei telefoni cellulari, e delle radiazioni che derivano dal suo funzionamento, siano causa dell'insorgere di tumori del cervello (nella zona del cranio dove si poggia il telefonino). Dubbi e paure smentite da ricerche e studi compiuti nel 2000 e nel 2001 (National Cancer Institute ed altri studi). Il numero di studi però è ancora insufficiente per avvalorare una tesi piuttosto che un altra.
Anche in questo caso vige il "principio della precauzione" e quindi: usare il telefono cellulare per brevi conversazioni e possibilmente con l'auricolare.
L'impatto delle antenne sui palazzi.
Per quanto riguarda le radiazioni prodotte dalle antenne e dai ripetitori, le prime ricerche tendono a minimizzare il loro impatto sulla salute in quanto le radiazioni calano rapidamente con l'allontanarsi dalla fonte che le genera. Ma anche in questo caso, ci sembrerebbe opportuno applicare il saggio "principio della precauzione".
Fin quando non ci sarà certezza scientifica sugli effetti sulla salute, è consigliabile applicare prudenza. Prevenire oggi, spostando un antenna di qualche metro, è sicuramente meglio che curare domani.
Nel caso delle antenne si deve poi tenere in considerazione anche l'impatto sul paesaggio, vero patrimonio delle città e delle campagne italiane.
Radioattività