Protocollo di Montréal
Il Protocollo di Montréal è un accordo internazionale per risolvere il problema del buco nell'ozono tramite la riduzione della produzione e utilizzo di sostanze dannose per lo strato di ozono, come i clorofluorocarburi (CFC). È stato firmato nel 1987 a Montréal (Canada) ed è entrato in vigore dal 1989. Nel corso del tempo è stato revisionato più volte e vanta una vasta adesione, con 197 paesi che lo hanno ratificato. Il Protocollo di Montréal è considerato un esempio di eccellente cooperazione internazionale. La Conferenza delle Parti si riunisce annualmente per valutarne l'efficacia e apportare eventuali modifiche. In onore dell'accordo, l'ONU ha istituito la Giornata internazionale per la preservazione dello strato di ozono.
Uno studio del 2018 realizzato dalla NASA ha rivelato un legame tra i CFC in atmosfera e il deterioramento dell'ozono. L'analisi evidenzia un calo continuo dei CFC nell'Antartide (0,8% all'anno), suggerendo che il Protocollo di Montréal sta avendo successo nel mitigare la distruzione dell'ozono. Grazie a questo accordo, si prevede che lo strato di ozono tornerà ai livelli del 1980 tra il 2040 e il 2066.
Il Protocollo di Montreal affronta i danni allo strato di ozono causati da sette categorie di alogenuri alchilici, tra cui CFC, HCFC, HALON, BFC e HBFC. Per ciascuna categoria, il Protocollo prevede un piano di eliminazione con scadenze temporali specifiche. Le limitazioni di produzione per i CFC, in particolare, prevedono una riduzione progressiva dal 150% nel periodo 1991-1992 fino alla messa al bando totale entro il 2030, rispetto ai livelli del 1986. L'UE ha attuato il Protocollo di Montréal nel 1994 tramite il regolamento CE 3093/94, successivamente sostituito dal CE 2037/00, che prevedeva il divieto totale di produzione e uso di CFC e HCFC entro il 2015.
Il Protocollo di Montréal ha anche stanziato un fondo multilaterale per aiutare i paesi in via di sviluppo, firmatari del Protocollo, alla riduzione delle sostanze che riducono l'ozono. Finanzia la conversione di processi produttivi, formazione, diritti su tecnologie e l'istituzione di uffici nazionali per l'ozono. Il fondo viene ricostituito ogni tre anni ed è gestito da un comitato esecutivo e opera attraverso quattro agenzie attuative: UNEP, UNDP, UNIDO e Banca Mondiale.
Quali sono i risultati raggiunti?
Nel 2012, in occasione del 25° anniversario della firma del Protocollo di Montréal, sono state organizzate celebrazioni per pubblicizzare i suoi successi e considerare il lavoro futuro. Tra i risultati raggiunti, il Protocollo di Montreal è stato il primo trattato internazionale a affrontare una sfida normativa ambientale globale, ad adottare il "principio di precauzione" e a prevedere un fondo multilaterale per il trasferimento tecnologico. È stato anche il primo accordo con obblighi rigorosi in termini di eliminazione graduale delle sostanze chimiche.
Nota. È da sottolineare anche la rapidità con cui la comunità internazionale ha cercato di porre un rimedio a un problema ambientale tramite un accordo globale. Negli anni '70, i chimici Rowland e Molina studiarono l'impatto dei CFC sull'atmosfera, scoprendo che causavano la distruzione dell'ozono stratosferico. La loro ipotesi venne confermata nel 1985 da uno studio sulla concentrazione di ozono al Polo Sud da parte dei ricercatori della della British Antarctic Survey e dalle immagini satellitari. Nello stesso anno 20 nazioni firmarono la Convenzione di Vienna (1985), stabilendo un quadro per la negoziazione di regolamenti internazionali sulle sostanze che riducono l'ozono. La firma del Protocollo di Montréal è avvenuta nel 1987, dopo soli 18 mesi dalla scoperta scientifica del buco nell'ozono e 14 anni dall'ipotesi dei chimici Rowland e Molina (1973).
Nel giro di 25 anni dalla firma, i firmatari hanno celebrato importanti traguardi, come l'eliminazione del 98% delle sostanze ODS (Ozone-Depleting Substances) che depauperano l'ozono, contenute in circa 100 sostanze chimiche pericolose a livello globale. Nonostante alcune violazioni, il Protocollo è stato efficace nel proteggere l'ozono stratosferico. Dall'entrata in vigore del Protocollo di Montreal, le concentrazioni atmosferiche dei clorofluorocarburi e degli idrocarburi clorurati più importanti si sono stabilizzate o diminuite.
Tuttavia, la concentrazione degli HCFC è aumentata drasticamente a causa della sostituzione dei CFC. Sia gli idrofluoroclorocarburi (HCFC) che gli idrofluorocarburi (HFC) contribuiscono al riscaldamento globale antropogenico e sono fino a diecimila volte più potenti come gas serra rispetto alla CO2. Quindi, producono effetti negativi anche sull'effetto serra. Il Protocollo prevede l'eliminazione degli HCFC entro il 2030, ma non limita gli HFC. Secondo molti scienziati ed esperti di politica, sarebbe preferibile unire gli sforzi per la protezione dell'ozono a quelli per la protezione del clima.
Buco nell'ozono