Economia informale
l'economia priva di rapporti formali nei PVS. Nei paesi in via di sviluppo esiste un'economia completamente diversa da quella che vediamo tutti i giorni. Un'economia "informale", ovvero priva di rapporti formali tra gli attori.
Le persone vivono con lavori saltuari oppure sanciti da vincoli di parentela senza alcuna forma scritta che li tuteli o che fornisca loro garanzie. Quello che in Italia chiamiamo "economia sommersa" per intendere l'illegalità di alcune forme di lavoro in nero (soprattutto per l'evasione fiscale), diventa normale prassi in molti paesi del Sud del Mondo.
La difficoltà di accedere al credito. L'assenza di rapporti formali impedisce alle persone di accedere ai canali bancari tradizionali anche quando si possiede un reddito "informale" sufficiente per aprire un conto corrente bancario o per ricevere un prestito.
Combattere l'economia informale nei PVS è impossibile e dannoso. I bisogni primari da soddisfare impongono alle persone in povertà di adattarsi a qualsiasi lavoro anche giornaliero per poter "portare alla propria famiglia" il cibo o offrire almeno un tetto sotto cui dormire.
E' necessario avviare prima uno sviluppo sostenibile che consenta una maggiore distribuzione del reddito ed una crescita della ricchezza generale. E solo successivamente cercare di combattere l'economia sommersa.
La finanza etica parte da questo presupposto, formalizza l'economia "informale" nei PVS per sostenere con la microfinanza le piccole attività imprenditoriali con cui "di fatto" vivono il 70% delle persone nei paesi in via di sviluppo, concedendo loro prestiti necessari per far crescere le attività.
Lo sviluppo sostenibile dal basso, prima o poi, permetterà alle micro attività di raggiungere un livello di scala sufficiente per costruire un'economia "formale" con evidenti vantaggi per tutti:
Solo col tempo si potrà costruire un'economia stabile ma, senza i microprestiti alle attuali attività "informali" sarà difficile uscire dall'empasse.
Il caso dei finanziamenti governativi internazionali
I finanziamenti governativi o i prestiti internazionali per lo sviluppo sono gestiti direttamente dai governi dei PVS, spesso per scopi diversi da quelli previsti in origine e soprattutto a favore degli investimenti nelle grandi industrie (con lavoro qualificato importato dal nord del mondo). Escludendo dai finanziamenti la maggioranza delle persone povere dei PVS, condannate a restare nella loro condizione di marginalità .
La cooperazione decentrata della finanza etica cerca di rompere questo schema tradizionale, proponendo un sistema creditizio bottom up ("dal basso") che
- eviti l'intermediazione governativa
- favorisca le micro attività lavorative presenti nell'economia informale di un paese.
Rispettando e valorizzando la cultura delle comunità locali senza necessariamente sostituirla con modelli "importati" dall'esterno
Finanza etica
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