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Moltiplicatore Keynesiano

L'intera teoria keynesiana si basa su una particolare ipotesi nella funzione del consumo: considerati costanti gli investimenti privati, la spesa per il consumo è determinata da una parte autonoma A, indipendente dal reddito, e da una parte legata al reddito tramite la propensione al consumo degli individui "c".

C = A + cY

L'individuo utilizza solo in parte il proprio reddito per le spese di consumo. Ad esempio, l'80% del reddito è speso in consumi mentre la restante quota è messa a risparmio. Le spese determinano a loro volta il reddito di altri individui che, a loro volta, ne destineranno una parte in consumi e il resto a risparmio, e così via. In pratica qualsiasi incremento del reddito o delle variabili componenti genera un "effetto moltiplicativo" nella spesa superiore all'incremento iniziale. Il fenomeno è rappresentato nel "moltiplicatore keynesiano", vediamo come costruirlo:

Y = C + I

Y = A + cY + I

Y (1-c) = A + I

Y = 1 / (1-c) * (A+I)

Il moltiplicatore keynesiano è quindi 1 / (1-c). Per una propensione marginale al consumo dello 0,8 (80%) il moltiplicatore assumerà un valore pari a 5. Infatti, k= 1 / (1-c), essendo c=0,8 si avrà k= 1/(1-0,8) = 1/0,2 = 5. Il significato economico del moltiplicatore è evidente: qualsiasi incremento nella spesa C o negli investimenti I genera un incremento nel reddito nazionale cinque volte superiore all'iniziale spesa pubblica. La spesa addizionale, infatti, provoca effetti a cascata nei redditi di più individui.


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